L'olivo in Puglia
L’Italia è leader mondiale nella produzione di olive in termini di qualità e la Puglia, da sola, produce più della metà delle olive italiane. Si può dunque affermare, senza paura di esagerare, che la nostra regione rappresenta il polo d’èlite dell’olivicoltura mondiale, il paradiso dell’olio e dell’oliva da mensa.
E’ il frutto di un’antica passione che i popoli passati per questa terra, teatro di incontro tra culture differenti (a volte contrastanti), nei secoli hanno tramandato e scambiato vicendevolmente, alimentandola continuamente con sapienze, conoscenze ed esperienze nuove e diverse, tutte riunite nella stessa direzione: come un mosaico costruito nei secoli, ogni giorno arricchito con nuove tessere, diverse tra loro ma che, insieme, danno vita a un capolavoro di armonia. E’ forse questo il segreto dell’incredibile variegatezza degli oli pugliesi.
Dal Gargano al Salento, dalla Murgia agli 800 Km di costa, la Puglia è disseminata di uliveti di quasi 30 qualità diverse, tutte di straordinario valore.
Paradiso nel Paradiso, è il Nord Barese il nucleo olivicolo della Puglia. Bitonto, città dell’olio per antonomasia, vanta un passato glorioso, di grande ricchezza, grazie alla vendita del mitico nettare, richiestissimo dai mercanti veneziani del Tredicesimo Secolo. A quei tempi, l’olio di Bitonto era unità di misura riconosciuta nel commercio internazionale, quasi un antesignano dell’odierno barile di petrolio. Ma è Andria, nei giorni nostri, ad aver preso il posto di Bitonto: La città di Federico II è il punto di riferimento del settore, con oltre un centinaio di frantoi. Attorno all’enigmatico Castel del Monte svettano olivi secolari da cui si ricava un olio superlativo, quello della qualità “Coratina”, a bassa acidità: una prelibatezza ricercata in tutto il mondo.
Più a Sud, merita una menzione speciale Ostuni, la famosa “città bianca”, il cui olio della qualità “Ogliarola” era apprezzato fin dai tempi di Plinio sotto il nome di “Olea Iapygia”. La penisola salentina, con le sue terre rosse e i suoi imponenti ulivi antichissimi, alti fino a 15 metri, si distingue per la qualità, tra le altre, della “Cellina di Nardò”.
A Nord, infine, nelle terre di Daunia crescono squisite olive da mensa, conosciute da millenni e raccontate nelle ricette di Plinio e Columella. Il ruolo di “reginetta”, in tal caso, tra le molte varietà presenti, spetta senza dubbio alla “Bella di Cerignola”, di recente fregiata della Denominazione di Origine Protetta.
Ma la possibilità di scelta è ampia, la regione pullula di differenti varietà di oli e olive da tavola, di tutti i tipi e per tutti i gusti,e al consumatore non resta altro che immergersi in questo “bagno” di gusto, tanto intenso quanto inesauribile, data la sua vastità.